martedì 17 maggio 2016

MUOVERSI IN EQUILIBRIO

Spesso rifletto su quanto ci piaccia complicarci l'esistemza ricercando soluzioni complesse. E sempre ringrazio la meditazione per avermi insegnato la via della semplicità. La via che ho scelto di condividere sia nel "Coraggio di Ascoltarsi" che nel "Ritmo del Corpo".
I due volumi sono stati scritti in momenti differenti, ma entrambi sono nati dall'osservazione di ciò che mi circondava. Il lavoro con i gruppi è sempre stato per me una fonte inesauribile di stimoli alla riflessione, alla comprensione e alla meditazione: la graduale trasformazione dell'uomo ha accompagnato la mia ricerca e l'ha resa concreta.
Così anche le difficoltà della mia stessa quotidianità sono spunto di approfondimento. 
Vivere centrati nel cuore non è facile in questo periodo così confuso e carico di emozioni.  Lo realizzo ogni volta che presento il Ritmo e percepisco la reticenza delle persone a valorizzare un lavoro sul corpo: mi ritrovo a far parlare il cuore senza aver ancora ben compreso il linguaggio giusto per giungere al cuore di chi mi ascolta.  
Io stessa ho vissuto per anni il corpo come mezzo per fare sport e, quindi, ricordo bene lo schema che ho dovuto disgregare nella mia mente per rendere il corpo un prezioso alleato per stare bene. Abituata a meditare in posizione statica per anni, non avevo mai pensato al legame indissolubile tra fisicità e spiritualità. Iniziai a intuirlo studiando Medicina Tradizionale Cinese e completai il passaggio quando incontrai Emilio e praticai con lui il qi gong. Mi stupii tantissimo nel verificare quanto dei movimenti e delle posture all'apparenza così semplici fossero in grado di mettermi in difficoltà. Il grado di consapevolezza acquisito con la meditazione mi aiutò a percepire le più piccole sfumature di disequilibrio, di tensione, di disarmonia e mi portò a lavorare profondamente sul corpo, verificando, giorno dopo giorno, la mia centratura. Il respiro profondo della meditazione dovette trovare il suo spazio nel movimento e mi ci vollero mesi ad adattarlo ai ritmi del corpo. La postura a piedi uniti aprì le porte ad ulteriori lavori di autoconsapevolezza e offrì nuovi stimoli al mio percorso. 
Sono consapevole del grande valore di questa comprensione, ma come condividerla? Come passare la mia gioia e il mio entusiasmo per un lavoro che mi ha donato tanto?
Ci provo proponendo un esercizio semplice. Per essere in equilibrio dobbiamo essere centrati. Centrati nel cuore dal punto di vista spirituale e centrati nel corpo dal punto di vista pratico. Quest'ultimo centro è sicuramente più accessibile ed è propedeutico al primo, per cui provate ad ascoltare il vostro corpo in posizione statica e verificare se i piedi scaricano il peso in modo uniforme.
Quando avrete raggiunto questa consapevolezza provate a fare un passo e a verificare lo scarico del peso nuovamente. Il busto deve essere centrato affinchè questo avvenga e ciò significa che la schiena deve mantenersi eretta e seguire il movimento con consapevolezza.
Chi ha il libro può utilizzare le prime tre posizioni con questo stesso intento. 
E che la via della semplicità abbia inizio.





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