mercoledì 22 novembre 2017

IL GIOCO DELLA MENTE

Estratto da "Psicoterapie orientali e occidentali" di Alan W. Watts:

Nel sonno dell'"ignoranza", dell'attenzione ristretta che non vede le cose come un tutto, il nostro sguardo viene catturato dalla figura opportuna anzichè dal suo sfondo o contro-figura. Ma il risveglio della liberazione sta nel capire che tutte le scelte tra gli "opposti" sono una separazione di ciò che è inseparabile. Nelle parole del maestro Zen Seng-ts'an:

La perfetta Via (Tao) è priva di difficoltà
Salvo che evita di preferire e di scegliere. (...)
Se volete raggiungere la perfetta verità
Non preoccupatevi del giusto e dell'ingiusto.
Il dissidio tra giusto e ingiusto
E' la malattia della mente.

Hsin-hsin ming

Il fatto non è che si smette di scegliere, ma che si sceglie sapendo che in realtà non c'è scelta. La filosofia orientale è piena di paradossi apparenti come questo: agire senza azione, pensare senza pensieri, amare senza attaccamento. E' soltanto che in un universo di relatività ogni scelta, ogni presa di posizione è un gioco. Ma questo non vuol dire che non si hanno bisogni. Conoscere la relatività della luce e del buio non vuol dire riuscire a fissare ad occhi aperti il sole; consocere la relatività dell'alto e del basso non vuol dire riuscire a cadere in su. Avere stimoli senza coazione è il modo apparentemente paradossale di descrivere come un sentimento sorga spontaneamente senza che il soggetto ne abbia percezione.







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